I DRONI SOTTOMARINIUna risorsa a portata di pinna per la salvaguardia del mare

I droni fanno sempre più parte della nostra vita. Ci siamo abituati a vederli volare nei nostri cieli e da ora possiamo seguire le loro evoluzioni anche sotto il livello del mare.
I droni marini sono capaci di “nuotare” sott’acqua fino in profondità e di riprendere e trasmettere tutto ciò che “vedono”.

I droni sono ormai indispensabili per gli archeologi marini; sono utili compagni per i biologi marini per tenere sotto controllo lo stato dei fondali; sono partner fedeli per i baywatcher per garantire la sicurezza dei bagnanti in mare e stanno diventando la nuova moda tra i geeks di tutto il mondo.

Più di recente stanno emergendo applicazioni utili per garantire la salute dei nostri mari. Il progetto Litter Hunter, cacciatore di rifiuti presentato al Sea Drone Tech Summit a Gallipoli lo scorso novembre nasce dall’idea del giovane ingegnere Emanuele Della Volpe. Il sistema prevede lo scambio di informazioni tra droni aerei e droni sottomarini per svolgere compiti di pattugliamento nonché rilevamento e recupero dei rifiuti galleggianti (soprattutto plastica).

Ecco come funziona:

  • i droni aerei sorvolano un’area in cui sono stati segnalati rifiuti galleggianti
  • individuano dove questi si concentrano
  • segnalano le coordinate gps ad un drone marino
  • il drone marino effettua lo stoccaggio e la compattazione dei rifiuti.

Litter Hunter non è un caso isolato, esistono infatti altre ricerche simili che si sono concentrate sul monitoraggio delle acque interne come il progetto Intcatch 2020 relativo a droni intelligenti per il monitoraggio della qualità delle acque interne coinvolge un consorzio di diversi istituti europei tra cui l’Università di Verona, o sul pattugliamento della costa tramite droni a guida autonoma  come quelli realizzati dall’Università Sapienza di Roma.

ROBOSEA BIKI Drone sottomarino

La tecnologia per i droni marini sta evolvendo e divenendo sempre più accessibile, nascono così anche applicazioni divertenti. È il caso di Biki, una versione più semplice e domestica dei droni marini professionali sviluppati dalla cinese Robosea, ma altrettanto valida dal punto di vista tecnico. È un robot a forma di pesce dotato di videocamera 4k, con bilanciamento automatico e in grado di evitare gli ostacoli intorno a sé e di ritornare alla base.

Insomma, i droni promettono di rivelarsi una risorsa importante per il mare e per tutta la Blue Economy (economia focalizzata allo sviluppo di un ecosistema sostenibile) e negli anni futuri potrebbero giocare un ruolo cruciale nella salvaguardia degli oceani e dell’ambiente.