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In cotone naturale e disponibile in tre colorazioni differenti* ( rosso, blu o grigio sabbia), il cestino è Ideale come porta pane per la tavola, grazie alla sua misura è adatto anche per la frutta, o come portatutto. Pratico ed elegante, si adatta ad ogni tipo di arredamento.
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I cambiamenti climatici hanno un impatto molto importante sui mari e sugli oceani e sulle attività di chi vive dei loro frutti e lungo le loro coste. Per chi come noi vive dei prodotti di queste distese d’acqua, i mutamenti in atto sono una costante preoccupazione, e non solo per il nostro lavoro. Gli oceani garantiscono, infatti, il 50% dell’ossigeno che respiriamo e assorbono il 90% del calore prodotto dai gas serra. 

Per questo abbiamo pensato di raccontarvi quello che sta accadendo e quello che potrà accadere in futuro con l’aiuto di chi da anni dedica la propria vita a studiare questi fenomeni e a offrirci indicazioni su possibili percorsi di resilienza.

Oggi parliamo dei cambiamenti cui stiamo assistendo nel Mediterraneo a causa del global warming e alla comparsa di specie aliene e di molto altro con Ferdinando Boero, docente di zoologia presso l’Università del Salento e uno dei massimi esperti di ecosistemi marini.

Con il global warming anche la temperatura delle acque superficiali si è innalzata e gli ecosistemi tendono ad adattarsi a questo cambiamento. Alcune specie storicamente presenti nel Mediterraneo, stanno lasciando il posto ad altre specie (aliene) provenienti da acque tropicali più calde e che quindi meglio si adattano alle nuove condizioni. La migrazione delle specie tropicali (pesci, alghe, ecc) verso il Mediterraneo è favorita da attività umane come l’acquacoltura, il trasporto involontario tramite le acqua di zavorra delle navi e l’apertura – e i successivi allargamenti – del Canale di Suez che hanno reso sempre più agevole il tragitto per le specie provenienti dal Mar Rosso.

La prima domanda è d’obbligo: le specie aliene sono pericolose?

Queste specie non sono necessariamente nocive perché aliene ma vanno studiate e bisogna capire che impatto hanno sull’habitat in cui migrano. Nel caso in cui mettano a repentaglio la biodiversità del Mediterraneo, bisogna pensare a soluzioni per limitarne lo sviluppo, anche se le eradicazioni raramente hanno successo. La strategia migliore è la prevenzione, agendo sulle vie di arrivo di queste specie.

La salvaguardia della biodiversità è quindi il criterio per valutare i rischi che possono comportare le specie aliene?

Sì, ma conoscere lo stato della biodiversità non è semplice. La UE ha approvato una direttiva marina con undici descrittori di buono stato ambientale marino, il numero uno della lista è la biodiversità. Il problema è che non esistono sensori per misurarla, non ci sono ancora le tecnologie necessarie. È possibile monitorare con grande precisione la fisica o la chimica di un mare, ma capire quante specie ci siano e come stiano è qualcosa per cui non c’è ancora un supporto tecnologico sufficiente e, cosa ancor più grave, le persone in grado di valutare la biodiversità sono sempre di meno. Si spende tantissimo per migliorare la comprensione di cose che si sanno già, per rendere ancora più perfetti gli strumenti per misure che già conosciamo, mentre quasi nulla per quelle per cui non abbiamo gli strumenti di misurazione.

Questi cambiamenti rischiano di impattare ancora di più su specie già provate dalla pesca industriale eccessiva. Cosa dobbiamo aspettarci e come possiamo difendere il patrimonio costituito dalle specie di maggiore interesse commerciale?

L’esperienza nelle Aree Marine Protette mostra che la pesca è al primo posto come causa di diminuzione delle popolazioni di interesse commerciale. Noi stiamo attingendo in modo industriale da popolazioni naturali e i tassi di prelievo devono essere armonizzati con i tassi di rinnovamento delle risorse. Non possiamo prelevare più pesci di quanti ne producano di nuovi le popolazioni sfruttate. I pesci hanno di solito grandi tassi riproduttivi ed esiste un potenziale di sfruttamento che non ha eguali per gli animali terrestri.

Il primo modo per non depauperare le popolazioni di questi pesci è di non prenderli quando non hanno ancora raggiunto le taglie massime. Conviene attendere che i pesci diventino grandi, prima di prenderli. Ma nella pesca vige la tragedia dei beni comuni: i pesci sono di chi li prende, e c’è la corsa a prenderli prima che li prenda qualcun altro. Il che significa che si prendono quando ancora non sono cresciuti completamente. L’uso di attrezzi selettivi è essenziale. Ma deve essere adottato da tutti, altrimenti chi non rispetta le regole si avvantaggia rispetto a chi le rispetta.
La gestione delle specie dipende dalle loro caratteristiche e non esiste una ricetta unica, valida per tutti. La rotazione dello sfruttamento dovrebbe essere effettuata in modo razionale, lasciando alle specie il tempo di riprendersi. Nelle AMP si è visto che, almeno per le specie costiere, un fermo di pesca di cinque anni porta a enormi produzioni. Chiudere vaste aree alla pesca, sfruttandone altre, e ruotando i periodi di sfruttamento, potrebbe essere una soluzione praticabile. Ma tutte le flotte dovrebbero adottarla. Il fermo di pesca al tonno rosso ha dato risultati incoraggianti e pare che le popolazioni si stiano riprendendo rapidamente, dopo un periodo in cui pareva che si potessero estinguere commercialmente.



Intanto gli accordi COP21 hanno messo un primo limite alla componente antropica causa di questi cambiamenti climatici. Una volta fissati i limiti, come si sono comportati i Paesi europei in questi due anni?


In molti Paesi europei le centrali nucleari stanno terminando il proprio ciclo di vita e devono essere dismesse. Non c’è fortunatamente l’idea di rimpiazzarle con altre centrali nucleari, e si sta pensando ad una riconversione più sostenibile della produzione energetica. Nel Mare del Nord si sta lavorando su due fronti: l’eolico e l’energia prodotta dalle maree. Stanno facendo leva sulle loro risorse il vento e le correnti dimostrando che è possibile passare alle energie rinnovabili. Nel sud Europa si dovrebbe sfruttare di più il sole e lavorare sull’eolico off-shore di cui mi sono già occupato nell’ambito del progetto CoCoNet (http://caspur-ciberpublishing.it/index.php/scires-it/article/view/12592/11435).

E in Italia, quali sono state le azioni portate avanti rispetto a COP21?

Io credo che gli accordi al momento siano delle indicazioni di buona volontà che però poi, in Italia, non corrispondono ai fatti. Il nostro governo da allora ha rilasciato concessioni esplorative per cercare idrocarburi in mare nel Golfo di Taranto e nel Mare di Sicilia. Abbiamo firmato un trattato per limitare l’uso di combustibili fossili e poi rilasciamo concessioni per perforare il nostro mare per cercare i combustibili tossici. Il che è completamente illogico.

Che valore hanno, dunque, gli accordi di Parigi?

Io credo che COP21 sia una grande opportunità per cambiare i nostri stili di vita. Possiamo riconvertire la produzione di energia ma anche ridurre la plastica. Vivere senza la plastica è possibile, vivevamo senza plastica. Riconvertire tutta la nostra economia è un business, vuol dire innovazione, nuove tecnologie, investimenti, dobbiamo però avere la volontà di andare in questa direzione. Chi vende petrolio non ha voluto farlo finora. Però ci sono segnali positivi anche loro iniziano a capire che, oltre a un’urgenza per il pianeta, è anche un business e stanno iniziando a investire nelle rinnovabili. Speriamo che sia così. Perché sarebbe un affare per tutti. Anche fare ecologia può essere un affare vantaggioso. D’altronde nessuno di noi propone di tornare nelle caverne, vogliamo solo che la si smetta di distruggere tutto come stiamo facendo adesso.

 

FERDINANDO BOERO
@cowboynando

Professore di Zoologia all’Università del Salento.
Associato all’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Presidente del Consiglio Scientifico della Stazione Zoologica Anton Dohrn, Napoli.
Rappresentante del Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare (CoNISMa) nell’European Marine Board
Membro dell’European Academies Scientific Advisory Council per la preparazione dei documenti di indirizzo per i G7 di Berlino e Tokyo.
Grand Medaille Albert 1er for Oceanography dell’Institute Océanographique de Paris (2005)
Medaglia dell’Accademia Nazionale delle Scienze per la Classe di Scienze Fisiche e Naturali (2017)

La sostenibilità è elemento centrale della strategia di sviluppo ASDOMAR. La materia prima è selezionata in base a una severa policy per la sostenibilità della pesca: soli tonni a pinne gialle adulti per salvaguardare la riproduzione della specie e tonnetti striati solo se certificati pescati a canna. Tutti certificati Friend of The Sea.

Nel nostro stabilimento di Olbia non ci limitiamo a “mettere in scatola” riceviamo il tonno intero e d effettuiamo tutte le fasi della rpoduzione: da taglio al confezionamento seguendo un’arte tutta italiana di cuocere, pulire e selezionare il pesce.

L’efficenza del processo produttivo, che ottimizza l’utilizzo della materia prima e un impianto per la produzione di farine di pesce destinate alla zootecnia, ci consentono di produrre tonno senza scarti di lavorazione.

Il nostro contributo alla campagna FAO per la riduzione degli sprechi alimentari.

Tonno Zero Spreco

Le giornate lavorative sempre più frenetiche, i luoghi e le diverse tipologie di lavoro ci costringono ad andare di fretta anche nel consumo dei pasti della giornata. Per non perdere troppo tempo, spesso scegliamo di mangiare qualcosa di veloce, ad esempio un sandwich che oltre a farci venire i sensi di colpa viene visto con sospetto perché poco bilanciato, molto calorico e ricco di grassi.

Il panino può essere davvero una buona soluzione per non rubare tempo al lavoro e per essere super performanti anche nelle prime ore pomeridiane, evitando la sonnolenza post prandiale e le difficoltà di concentrazione.
Preferendo ingredienti di qualità e facendo attenzione agli abbinamenti, il sandwich diventa un pranzo sano e completo.
Andiamo ora ad illustrare i cardini nutrizionali fondamentali da conoscere per poterlo preparare al meglio o sceglierlo al volo nella grande distribuzione.

La scelta del paneDa assaporare con tutti i sensi e da masticare

Preferibilmente fresco, ricco di fibre, di grano duro, con farine di frumento integrali o di cereali diversi: segale, farro, Kamut, singoli o mixati tra loro e lievitati a lungo con il lievito madre.
Questo tipo di pane è ricco di fibre salutari ed ha un ottimo profumo. Ricordiamoci che il cibo va assaporato con più di un organo di senso: dalla vista, al tatto, dal gusto all’olfatto per soddisfare appieno ogni sfumatura e riceverne l’adeguato gradimento.
Ogni regione per il pane ha le sue forme e nomi diversi: libretto, michetta, tartaruga, ecc. L’importante è che sia all’acqua, casereccio, senza grassi né zuccheri aggiunti e con poco sale.
Sconsigliato il pane poco masticabile tipo pancarrè perché per mantenere la morbidezza a lungo nel tempo, è ricco di grassi, mono e digliceridi, emulsionanti di provenienza industriale, zuccheri, sale e alcool etilico come conservante principale.
Queste caratteristiche già di per sé dannose sono aggravate dalla sofficità che non induce a masticare bene il boccone e così viene a mancare il meccanismo principale per spegnere la fame, la masticazione stessa.
Meglio evitare pertanto anche il pane fatto con farine raffinate bianche e quello confezionato (tipo da hamburger), piadine, pane azzimo, ciabattine, pane poco cotto e altresì pane troppo condito con latte, olio o strutto e le focacce di ogni genere.
Queste tipologie di pane contengono sostanze che portano nel breve e lungo termine a molteplici problemi: malfunzionamento dell’apparato digerente (carie, gastriti, acidità), squilibri glicemici, pressori e metabolici in generale oltre ad un immediato aumento ponderale, senza dare mai la vera sazietà.
Dopo aver mangiato un tramezzino, infatti, difficilmente si è soddisfatti e pur avendo ingerito una gran quantità di calorie senza praticamente aver mai masticato, a livello mentale resta l’idea di non aver mangiato.

Le verdureNel panino non basta. Anche come accompagnamento.

La regola generale dice che ogni sandwich che si rispetti debba contenere sia una parte vegetale, sia una parte proteica.
Le verdure all’interno del panino non saranno mai in quantità sufficiente a soddisfare le richieste nutrizionali e sarebbe bene affiancare al tutto una porzione a parte ad esempio di carote crude da sgranocchiare o pomodorini da non condire o predisporre nel pasto successivo una doppia porzione.
Le verdure possono essere consumate da crude in un’insalata, o da cotte o grigliate: melanzane, zucchine e peperoni o ancora spinaci ecc. a seconda della fantasia, della stagionalità e ovviamente del gusto personale.

Le proteineTonno, sgombro e salmone scelte perfette

Salumi e affettati sono spesso i protagonisti, ma bisognerebbe optare per quelli poco lavorati come bresaola, speck e prosciutto crudo sgrassati.
La preferenza invece dovrebbe ricadere sul pesce che nel formato vasetto di vetro o scatoletta diventa facile, pratico e veloce: pesce grigliato, sott’olio o affumicato, tonno, salmone e sgombro. E poi ancora gamberetti e crostacei vari.
Perfette le uova, sode o in frittatina, un’omelette cotta al forno o ancora scrambled all’inglese con erba cipollina, asparagi ed erbette.
Formaggi di ogni genere, da quelli leggeri ai più stagionati e saporiti.
Sempre più diffusi nei nostri supermercati i burger vegetali a base di legumi e cereali. Se preparati a casa, sono un’alternativa straordinaria per ricchezza e completezza nutrizionale, ma acquistati pronti possono rivelarsi altrettanto scorretti per i motivi indicati all’inizio. Il suggerimento è di leggere molto bene le etichette e le composizioni degli ingredienti.

I condimentiOlio EVO, spezie ed erbe aromatiche meglio delle salse

Una nota a parte meritano i condimenti. Spesso davvero non ce ne sarebbe bisogno.
Per non appesantire la digestione, la bilancia e la salute, vanno assolutamente bandite tutte le salse, che tanto seducono il palato, ma che coprono il vero gusto del nostro panino.
È possibile condire le verdure con un cucchiaino di olio extravergine di oliva, un pizzico di sale, erbe aromatiche e spezie a volontà di ogni colore e provenienza, come origano, curry, peperoncino, salvia e così via.
Possiamo completare il nostro pasto in vari modi rendendolo bilanciato dal punto di vista nutrizionale: frutta fresca, una macedonia senza zuccheri, una spremuta fatta al momento, acqua naturale o gasata e volendo un buon caffè per ripartire pimpanti e carichi per la seconda parte della nostra intensa giornata.

KATIA NAIBO

Biologo nutrizionista ed esperta del metabolismo, formatrice e divulgatrice, si occupa di alimentazione per la preparazione agonistica e pre-agonistica, di alimentazione degli anziani e malattie croniche.

3, 2 ,1 via! Manca pochissimo al countdown delle Feste quelle vere, quelle natalizie, le più importanti dell’anno che si celebrano soprattutto a tavola.

Profumo di biscotti fatti in casa e il tintinnare dei bicchieri, luci e un susseguirsi di inviti ed appuntamenti per scambiarsi auguri, cesti trionfanti e doni di ogni tipo.

Come sempre in questo periodo ci troviamo davanti ad un bivio: da una parte le prelibatezze della tradizione, dall’altra la bilancia. Sarebbe davvero un peccato non godersi le feste per paura di perdere la linea.

Un recente studio ha evidenziato infatti che, anche all’interno delle festività, buona parte degli italiani si dichiari risoluta a mantenere la linea. Oltre la metà vuole comunque mangiare sano e sentirsi in forma senza appesantimenti nella digestione e due terzi di loro aspira addirittura a perdere i chili di troppo.

Per mantenere i buoni propositi è necessario adottare strategie facili ed equilibrate per resistere al richiamo di prodotti eccessivamente impegnativi che vanifichino il lavoro fatto in precedenza.

Salmone Natale

Il periodo delle Feste: come e cosa mangiare

La definizione di “periodo natalizio” è piuttosto personale e spesso non precisa, soprattutto per quanto riguarda la “durata gastronomica”. Partendo proprio da questo, possiamo per prima cosa evidenziare che non vi sono 20 o più giorni di festività ufficiali, bensì al massimo 5 o 6.

I giorni canonici sono il 24 dicembre sera, prevalentemente legato al Sud Italia, 25, 26 e 31 dicembre sera e pranzo del 1 gennaio. E per i più tradizionalisti si aggiunge in coda, il pranzo del 6 gennaio che conclude definitivamente queste festività.

In realtà, il primo vero scoglio è il periodo dell’Avvento che precede il Natale, in cui spesso riceviamo inviti per gli scambi degli auguri: aperitivi e cene aziendali, scolastiche, della palestra ecc.

Come vi siete comportati fino ad ora? Avete evitato i “danni” prima delle fatidiche date?

Ecco un vademecum per affrontare quet ultimo weekend con metodo e organizzazione.

  1. Non presentarsi mai a questi eventi a stomaco vuoto, ma facendo uno spuntino corretto nelle 2-3 ore antecedenti, eviteremo di arrivare troppo voraci ed incapaci di contenere le tentazioni.
  2. Stare lontani dal buffet: sembra banale ma si rischierebbe di consumare molto di più soprattutto se distratti da amabili conversazioni.
  3. Mangiare piccole dosi, cercando di evitare cibi troppo conditi, ricchi di salse e formaggi, puntando su crudités e mini-panini, ricordando che il piatto ideale è composto da mezza porzione di verdure, un quarto di proteine e un quarto cereali.Evitare di servirsi 2 o più volte.
  4. Masticare sempre molto lentamente.
  5. Fare attenzione ai brindisi: dopo una flûte è raccomandabile continuare con l’acqua.

Tenete a mente questo vademecum perchè questi consigli vi saranno utili anche in vista degli appuntamenti delle feste comandate. I piatti incriminati sono tanti, ma giuste dosi e giusti tempi permettono di concedersi il piacere della tavola in ognuna delle date appuntate in calendario, senza angosce relative ai postumi.

Vale pertanto sempre ricordare la regola base nella quotidianità del periodo precedente alle feste e all’interno di esse: fare cinque pasti al giorno con colazione, pranzo, cena e due spuntini per non eccedere durante i pasti più complicati dal punto vista gastronomico.

La seconda regola è assaggiare tutto quello che piace, senza mai esagerare.

Un’altra strategia per evitare gli eccessi a tavola è quella di far precedere i piatti “peccaminosi” da fantasiose entrée di frutta e verdura che assicurano sazietà con poche calorie. A seguire i primi e i secondi della tradizione, magari rivisitati in chiave light, sfiziosi e facili da cucinare. Preferibili sono le carni magre, ma soprattutto pesci già naturalmente saporiti, senza intingoli, salse pesanti e burro, ma conditi con olio extravergine di oliva, spezie ed aromi.

Infine, per quanto riguarda i dolci che allietano le tavole natalizie, se il menù prevede più portate, il consiglio è quello di sceglierne uno limitandosi nelle quantità e preferendo quelli fatti in casa.

Ultimo suggerimento: non tenere avanzi. Talvolta sembra impossibile, ma in realtà basta calibrare

le porzioni per ogni invitato fin dalla fase di acquisto degli ingredienti. Se nonostante le accortezze ci fossero comunque tanti avanzi, regalateli attraverso le ormai famose doggy-bag in versione natalizia oppure congelate ciò che è possibile.
Con questi piccoli accorgimenti, associati ad un pizzico di movimento, sarà possibile alleggerire i menù di Natale senza rinnegare le nostre amate tradizioni.

Il Salmone, IL RE delle feste

Chi sposa perfettamente i dettami della tradizione con i concetti moderni di un piatto leggero, sano e divertente è sicuramente il salmone, re incontrastato delle festività natalizie, presente talvolta già dagli antipasti in versione affumicata, in tranci in crosta o sotto forma di tartare.

Il salmone è conosciuto per la carne molto pregiata dal sapore delicato e caratteristico, dalle specie più famose, come il Salmo salar, fino a quelle più di nicchia e quasi sconosciute nel mondo occidentale.

Dal punto di vista nutrizionale riserva molteplici punti a suo favore: è ricco di proteine digeribili ad alto valore biologico (18-20%) e di acidi grassi polinsaturi (12%), Omega 3 (EPA e DHA) fondamentali per il nostro benessere cardiovascolare, cerebrale e metabolico. Questi elementi hanno un’altra importante caratteristica: collocati all’interno di un regime ricco di alimenti vegetali freschi come frutta e verdura, sono dotati di un’elevata capacità antiossidante in grado di contrastare i radicali liberi e rallentare l’invecchiamento cellulare.

Il salmone possiede inoltre un buon profilo vitaminico dove è ben rappresentato il gruppo delle vitamine B, la vitamina A, e la vitamina D. Grandi quantità di Fosforo e Selenio, in contrapposizione con un basso contenuto di Sodio, completano il profilo minerale.

Di allevamento o selvatico, in qualsiasi modo venga proposto consente, se privo di salse, maionesi o burro, di fornire un piatto saporito a ridotto contenuto calorico, ricco di nutrienti estremamente importanti e di sfumature aromatiche.

È molto importante inoltre evidenziare che la cottura non sia troppo alta perché potrebbe deteriorare le proprietà nutrizionali in quanto questi acidi grassi sono molto sensibili alle temperature elevate.

KATIA NAIBO

Biologo nutrizionista ed esperta del metabolismo, formatrice e divulgatrice, si occupa di alimentazione per la preparazione agonistica e pre-agonistica, di alimentazione degli anziani e malattie croniche.

Le temperature si sono abbassate bruscamente, i venti gelidi sono arrivati fino in città ed il nostro organismo fa fatica ad abituarsi. È come se attraversasse una fase di stress legata ai primi freddi, ai cambiamenti circadiani e stagionali, che durerà fino a quando non si adatterà completamente alle nuove condizioni climatiche.

Tutti questi mutamenti, più o meno repentini, come ogni anno ci fanno venire voglia di rimanere rintanati nelle nostre case, magari con qualcosa di caldo tra le mani.
C’è però anche il rovescio della medaglia che riguarda la salute, perché ci sono sintomi ricorrenti che possono condizionare il nostro stato fisico: sonnolenza, emicranie, sbalzi di pressione e di umore, insonnia, ansia, ipereccitabilità, palpitazioni, mal di stomaco, stanchezza, irritazioni alle vie respiratorie, difficoltà di concentrazione e di memorizzazione, dolori osteoarticolari e aumento dell’appetito.
A differenza degli altri mammiferi che in questo periodo vanno in letargo, noi siamo costretti a dare il massimo: al lavoro, a scuola, nello sport e in qualsiasi campo, l’autunno e l’inverno sono i momenti di maggior richiesta prestazionale.

Ingredienti ricette antifreddo

La stagione freddaCome reagisce il nostro corpo

Con le stagioni fredde quali meccanismi si innescano in noi? La riduzione della luce naturale ad esempio, ha effetti validati scientificamente sul nostro equilibrio psicofisico. L’organismo ha bisogno di sole per produrre vitamina D (la cui carenza è associata a disturbi depressivi). Inoltre un’ora in meno di luce, insieme a cielo grigio e freddo, può cambiare i ritmi naturali del nostro corpo, sconvolgendo orari di sonno e veglia e il controllo dell’appetito.
La temperatura in discesa fa scattare un meccanismo di richiamo verso cibi ad alta densità calorica e lipidica per aumentare il carburante che scaldi il nostro corpo dall’interno.
Con il freddo arrivano anche i malesseri di stagione: raffreddore, sinusiti, influenze varie da virus o batteri.
Ci ammaliamo tutto allo stesso modo?
Differenze e predisposizioni genetiche, rinforzi immunitari specifici, dati uno stile di vita attivo e sicuramente un’alimentazione più che adeguata, consentono di affrontare il cambio climatico nel migliore dei modi e spesso di attraversarlo indenni.
È stato infatti recentemente provato che l’attività del nostro sistema immunitario cambia a seconda della stagione. Questo indica che esiste nel nostro corpo una sorta di firma “molecolare” del variare delle stagioni e che forse potrebbe spiegare perché in inverno siamo più soggetti a certe malattie.

CaLORIE ANTI-FREDDOTutto quello che c’è da sapere

Sicuramente la variazione dei cibi consumati, minore in estate e maggiore in inverno, cerca di sopperire a questi squilibri, molto spesso riuscendoci con successo. Come dicevamo prima infatti, in estate l’istinto ci attrae verso cibi freschi come verdure e frutta cruda, cotture veloci e una maggiore idratazione, in inverno accade l’esatto opposto: emerge una vera e propria attrazione verso i cibi caldi e ad alta densità calorica e lipidica, atti a produrre calore. Questo concetto va commisurato alle nostre latitudini. Non fa così freddo da rendere necessario un aumento smodato di cibi troppo grassi che rallentano la digestione e per di più peggiorano la qualità del sonno notturno. Va ricordato inoltre di consumare pasti completi di tutti i nutrienti, ricchi di vitamine e sali minerali.

Calorie anti-freddo con tonno, sgombro e salmone

Abbiamo detto che alcuni alimenti hanno la capacità di riscaldare l’organismo e di aiutare a contrastare lo stress, a stare caldi a rafforzare il sistema immunitario.
Il calore è fornito dal corpo, il quale usa come carburante l’ATP, adenosintrifosfato, ricavato a sua volta dalla trasformazione chimica e fisica di grassi e zuccheri (e in parte molto minore dalle proteine) che forniscono al nostro corpo la benzina necessaria ad alimentare le funzioni metaboliche.

Pertanto è importante iniziare a ridurre tutti gli alimenti dal potere molto rinfrescante, molto acquosi, diminuire il crudo e il freddo come gelati e granite, succhi di frutta, estratti e centrifugati, bibite fredde, frutta acquosa e/o zuccherina, tropicale, verdura cruda e così via. Contemporaneamente occorre iniziare ad introdurre cibi riscaldanti e ben cotti.
Ecco i miei consigli: zuppe/minestre calde a base di crucifere e legumi; cereali antichi come quinoa, avena miglio e grano saraceno, patate, tè e tisane calde, verdure stufate a lungo; frutta ricca di vitamina A, B, C ed E, acidi grassi polinsaturi (omega 3, 6) provenienti dai vegetali come frutta secca e semi oleaginosi; uova, carne e soprattutto pesce azzurro, sgombro, salmone e tonno in grado con il loro mix di nutrienti di dare potenza muscolare e un sostegno immunitario/antiossidante.

Resta infine da sottolineare l’importanza di una costante idratazione, a temperatura ambiente, per ogni individuo, pari a 30 ml per kg di peso corporeo.

Attenzione, c’è un mito da sfatare: bere bevande alcoliche non favorisce un aumento della temperatura corporea. La sensazione di calore è soltanto momentanea e quasi illusoria. Al contrario infatti, l’alcool, favorendo la dilatazione dei vasi sanguigni, fa sì che affluisca più sangue verso la pelle e meno verso gli organi vitali, aumentando così il rischio di ipotermia.

Ultimo punto, ma non per importanza è l’attività fisica: per prepararci all’inverno nel migliore dei modi non dev’essere mai interrotta. La costanza è tutto e ci permetterà di avere delle difese immunitarie allenate ed in grado di affrontare qualsiasi sbalzo termico senza conseguenze.

KATIA NAIBO

Biologo nutrizionista ed esperta del metabolismo, formatrice e divulgatrice, si occupa di alimentazione per la preparazione agonistica e pre-agonistica, di alimentazione degli anziani e malattie croniche.

L’alimentazione dei bambini è uno dei temi caldi tra i genitori, tema che diventa caldissimo all’inizio del periodo scolastico.
E non a caso. Quello che mangiamo influenza notevolmente la nostra salute e più si è piccoli, più i danni di una dieta male impostata hanno ripercussioni perché divengono abitudini poi difficili da modificare.

Secondo lo studio Okkio alla Salute condotto dal Ministero della Salute in 2600 classi di scuole elementari di tutte le Regioni italiane, il 21,3% dei bambini di 8-9 anni è sovrappeso e il 9,3% risulta obeso.
Questo eccesso di grasso tra i nostri bambini è generato da sedentarietà e abitudini alimentari sbagliate. L’8% dei bambini non fa colazione, il 33% la fa in modo inadeguato e a metà mattina ben il 53% fa un merenda troppo abbondante.

Per questo abbiamo deciso di addentrarci tra colazioni, spuntini di metà mattinata e di metà pomeriggio insieme a Katia Naibo, biologa nutrizionista, che ha curato ricerche sull’alimentazione in età scolare e contribuisce con diversi istituti scolastici a divulgare i principi di una dieta corretta.

Combinazioni colazione / ricreazione

Cosa è meglio per le merende dei nostri figli tra il tradizionale panino e i prodotti confezionati come merendine e snack?

Panini con marmellata, bresaola, e perché no tonno, sgombro o salmone sono sicuramente più sani delle alternative confezionate.

Perché?

Sostanzialmente perché è più noto quel che si mangia, quasi sempre i prodotti industriali più elaborati introducono additivi e conservanti. Inoltre contengono quantità di zuccheri e di sale eccessive e troppo spesso uno sproposito di grassi.

Quindi un no a merendine, patatine, snacks?

Gli scaffali dei supermercati ne sono pieni ma si tratta di prodotti che apportano un numero esagerato di calorie per porzione, senza garantire sazietà, energia e nutrienti corretti.

In che senso ‘non garantiscono sazietà’?

Il nostro cervello registra l’assunzione di cibo contando, letteralmente, la masticazione. La ‘fatica’ di masticare, la consapevolezza della masticazione, contribuisce al senso di sazietà. In assenza di masticazione – come avviene per moltissime merendine molto soffici – il senso di sazietà viene avvertito solo quando lo stomaco è completamente pieno.

La distrazione ingrassa: il cervello distratto registra la sazietà solo quando lo stomaco è completamente pieno

Quindi la distrazione ingrassa?

Si può dire di sì. Ad esempio, mangiando davanti alla tv o a un tablet, la maggior parte dei nostri sensi non sono focalizzati su ciò che si mangia, e così si arriva a mangiare sensibilmente di più che mangiando a tavola, guardando, annusando e gustando ogni boccone. Se il cervello è distratto, registra la sazietà solo una volta che lo stomaco è completamente pieno.

Se la colazione è completa, a metà mattinata un frutto è più che sufficiente.

Esiste una soluzione sempre valida per la merenda di metà mattinata e del pomeriggio?

La scelta va sempre fatta calcolando il fabbisogno giornaliero e la dieta complessiva della giornata. Se si inizia la giornata con una colazione abbondante, a metà mattinata un frutto è più che sufficiente, i ragazzi sono al caldo, seduti a studiare. Se invece si deve affrontare un’attività sportiva, serve incamerare più calorie. Inoltre vale sempre la regola aurea che più si mantiene varia la dieta e si ruota il menù, meglio è per l’organismo.

Se la colazione è completa, a metà mattinata un frutto è più che sufficiente.

E il tonno lo vedresti bene in un panino a merenda?

Il tonno, come altri pesci che sono predatori in cima alla catena alimentare, contiene una maggiore quantità di metilmercurio. Però il tonno in scatola, oltre ad essere un “pesce” molto amato anche dai più piccoli, unisce praticità a grandi valenze nutrizionali: proteine ad alto valore biologico, grassi polinsaturi omega 3, sali minerali e vitamine.
L’inquinamento oggi finisce per interessare un po’ tutto quello che mangiamo, anche in questo caso il miglior consiglio è sempre quello di variare il più possibile la nostra dieta e quella dei nostri bambini. E, in una dieta variata, il tonno può essere inserito tranquillamente più volte la settimana. I bambini nella fascia di età tra i 3-9 anni possono infatti consumare fino a 160gr di tonno sgocciolato a settimana (3 lattine da 80gr – corrispondenti a 52gr di tonno sgocciolato) . Con il crescere dell’età anche le porzioni settimanali di tonno possono crescere.
Io raccomando sempre di diffidare di notizie troppo allarmistiche che puntano il dito su singoli alimenti. Quindi non fidarsi di informazioni parziali, approfondire sempre e soprattutto usare il buon senso. Per non sbagliare mai: variare variare variare.

Quanto al bere? Quale l’opzione migliore?

Per la sete c’è, prima di tutto, l’acqua, anche se viene molte volte trascurata.
Molto spesso negli alimenti liquidi dedicati all’infanzia e ai più giovani in genere – come bibite gasate, tea freddi e succhi di frutta – ci sono grandi quantità di zuccheri aggiunti. Contengono molte calorie, spesso inutili, ma assorbite dall’organismo. Lo zucchero dà dipendenza.

Che consigli ti senti ancora di dare ai genitori?

È importante indirizzare il prima possibile le abitudini alimentari dei ragazzi in modo che abbiano una dieta sana.
Cambiare abitudini da adulti è ben più difficile che imparare a mangiare bene da subito.
Però io non credo in atteggiamenti fanatici, nella dieta ci possono stare anche i fritti, i salati ed anche la bibita gasata, una tantum.

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(*) Su tali livelli di consumo concordano le linee guida dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e quella americana (FDA). Per un calcolo puntuale dei livelli di consumo in relazione alle diverse fasce di età è possibile consultare il sito http://www.fishchoice.eu

KATIA NAIBO

Biologo nutrizionista ed esperta del metabolismo, formatrice e divulgatrice, si occupa di alimentazione per la preparazione agonistica e pre-agonistica, di alimentazione degli anziani e malattie croniche.

Selezioniamo per il nostro stabilimento di Olbia il seguente profilo.
Inviare il Curriculum Vitae aggiornato (comprensivo del consenso al trattamento dei dati personali), indicando il profilo per cui ci si candida al seguente indirizzo ufficiopersonale@generaleconserve.it saranno tenute in considerazione solamente le candidature con dicitura in oggetto: OPERAIO GENERICO

OPERAI GENERICI ISCRITTI ALLE CATEGORIE PROTETTE L.68/99 (ART. 8)

Il profilo ideale possiede i seguenti requisiti:

  • Forte motivazione all’inserimento lavorativo
  • Disponibilità al lavoro su turni
  • Serietà e affidabilità
  • Preferibilmente automunito

Verrà considerato titolo preferenziale pregressa esperienza nel medesimo ruolo.

Sede di lavoro: Olbia

Si prega di inviare Curriculum Vitae aggiornato (comprensivo del consenso al trattamento dei dati personali) al seguente indirizzo: ufficiopersonale@generaleconserve.it; verranno tenuti in considerazione solamente le candidature con dicitura in oggetto: OPERAIO GENERICO

ASDOMAR prosegue il suo percorso volto allo sviluppo di una catena del valore sostenibile, all’attenzione al territorio, alla valorizzazione delle eccellenze locali e alla sempre più crescente attenzione alle esigenze del consumatore.

Un altro riconoscimento di buone pratiche premia il lavoro svolto in termini di comunicazione e diffusione dei concetti di Sostenibilità portato avanti dall’Azienda.

A seguito di un’indagine sul consumatore condotta dal centro studi di CONSUMERLAB, il Bilancio di Sostenibilità di ASDOMAR è stato valutato chiaro ed efficace, è stata riscontrata una gestione rispettosa del futuro, in quanto sensibile al bene comune, attenta all’interesse generale e rivolta alla coesione sociale.

Secondo i Consumatori ASDOMAR – Generale Conserve, con il Bilancio di Sostenibilità, si è dimostrata Azienda rispettosa del futuro anche perché ha adottato un comportamento nella Società (sistema Comunità-Istituzioni), nel Territorio (sistema Ambiente-Biodiversità) e nel Mercato (sistema Produzione-Consumo) capace di contribuire al benessere diffuso, generando risorse e opportunità per gli altri, oltre che per se stessa.

CONSUMERLAB ha pubblicato il Bilancio di Sostenibilità di ASDOMAR nell’Index 2018 FUTURE RESPECT.
Sono stati valutati oltre 570 bilanci e il Bilancio di ASDOMAR è risultato tra i 40 selezionati come esempio per tutti di come i consumatori vorrebbero accedere alle informazioni per valutare quanto un’attività produttiva sia meritevole di essere scelta.

Per maggiori informazioni sul progetto:
https://consumerlab.it/future-respect/

Il bilancio di sostenibilità ASDOMAR riassume il nostro impegno nell’applicare la sostenibilità agli elementi portanti della nostra attività: le fonti di approvigionamento e la tracciabilita delle materie prime derivanti dalla pesca, ma anche le preziose competenze manifatturiere nella lavorazione di tonno e sgombro, la sicurezza sul lavoro, l’efficienza nell’utilizzo dell’energia, dell’acqua e il riutilizzo degli scarti di lavorazione durante il processo produttivo.

Il Bilancio di Sostenibilità 2017, giunto alla sua sesta edizione, presenta i risultati raggiunti nell’esercizio 2017 (dal 1 gennaio al 31 dicembre). È stato redatto in conformità ai nuovi standard “GRI Sustainability Reporting Standards” (2016) e al “Food Processing Sector Disclosures” (2014) entrambi pubblicati dal Global Reporting Initiative (GRI), secondo l’opzione “Core”.

BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ ASDOMAR 2017 (PDF 34,5 MB)

La primavera è arrivata e la nuova stagione ha portato un po’ di cambiamenti nella vita di tutti noi. Per aiutarvi a ritrovare la carica naturale abbiamo qualche consiglio che potrà esservi molto utile per affrontare questo periodo.

Consigli asdomar per il cambio di stagione_cambio_stagione

1. FATE ATTENZIONE ALLA CORRETTA IDRATAZIONE

La carenza di acqua vi fa sentire stanchi. È bene che i minerali non manchino, soprattutto il magnesio che vi aiuterà a mantenere alta la concentrazione durante l’intera giornata.

2. ESERCIZIO FISICO COSTANTE

Meno ci si muove e più ci si sente fiacchi. Anche se le vostre giornate sono sempre “full” potete ritagliarvi facilmente 30 minuti da dedicare a qualsiasi tipo di esercizio fisico o sport. Una mezz’ora al giorno è più che sufficiente per il benessere psico-fisico del vostro corpo.

3. SEGUIRE LA CORRETTA ALIMENTAZIONE

La classica dieta mediterranea che include tutti i nutrienti è ciò di cui abbiamo bisogno in questo periodo. Fate 5 pasti per distribuire meglio l’energia in tutta la giornata, includendo gli alimenti serotoninergici. Per esempio, è raccomandato il consumo di frutta e verdure colorate (5-6 volte al giorno) per la corretta integrazione di vitamine idrosolubili e sali minerali, cereali integrali, semi oleosi, legumi, pesce come tonno, sgombro e salmone per fare il pieno di omega3 e iodio. Per finire non dimenticatevi del preziosissimo olio EVO.

4. SONNO ADEGUATO

L’importanza del sonno è fondamentale. Dormire bene vi farà sentire riposati ed eviterà che andiate a cercare energie alternative in alimenti ricchi di zuccheri o nervini, come il caffè o le bevande energetiche.

5. RELAX

Regalatevi qualche momento di relax con massaggi o sedute alle terme, anche di poche ore, yoga e ginnastiche dolci o un break con una buona lettura diversa dal solito.