#ETICHETTE
Per poter scegliere cosa acquistare abbiamo bisogno di informazioni. Per questo le etichette sono così importanti
Per consentirci veramente di scegliere, oltre a descrivere le caratteristiche nutrizionali del prodotto, dovrebbero racontarci il suo contenuto di “lavoro”: quanto e quale tipo di lavoro è contenuto nelle fasi produttive e nelle materie prime impiegate.
9 italiani su 10 vogliono trasparenza su produzione e origine delle materie prime dei cibi secondo il sondaggio del ministero delle Politiche Agricole.
Anche voi siete per trasparenza, possibilità di scegliere il vero made in Italy e di sostenere il lavoro in Italia?
Tenetevi informati su cosa sta accadendo con la nostra rassegna stampa.
CHIARA E LEGGIBILE, COME GLI ITALIANI FANNO SCUOLA DI ETICHETTA18 novembre 2015 – Sapere Food
Dopo il questionario on line lanciato dal Mipaaf, presto lo stabilimento di produzione obbligatorio sulle confezioni del cibo. Ma come reagisce lindustria agroalimentare?
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MARTINA: “SU ETICHETTA BATTAGLIA VINTA, DAL 2016 OBBLIGO INDICAZIONE PROVENIENZA”06 novembre 2015 – Repubblica
Ministro Martina: “Missione compiuta, reintrodotto lo stabilimento di provenienza in etichetta concretamente dal 2016”.
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“IN DIFESA DEL MADE IN ITALY”, INTERVISTA A VITO GULLI, PRESIDENTE DI GENERALE CONSERVE25 settembre 2015 – Osservatorio Socialis
Una intervista a Vito Gulli che precede (di poco) l’impegno assunto dal Governo sulla reintroduzione dello stabilimento di produzione in etichetta.
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STABILIMENTO DI PRODUZIONE IN ETICHETTA: UNA VITTORIA DI SISTEMA18 settembre 2015 – InStoreMag
Nella vicenda che ha portato allapprovazione dello schema di disegno di legge per la reintroduzione dell’obbligo di indicazione dello stabilimento di produzione (o confezionamento) in etichetta, bisogna dare atto che il risultato è stato portato a casa per la forte motivazione di un gruppo di operatori della distribuzione e per la pervicacia di Vito Gulli, presidente di Generale Conserve che ha saputo attirare lattenzione su questo aspetto tra i primi.
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IL MADE IN ITALY HA BATTUTO L’EUROPA DELLE AMBIGUITÀ16 settembre 2015 – Informazione Senza Filtro
L’Italia ha finalmente vinto contro il Regolamento europeo che consentiva di non indicare in etichetta i luoghi di produzione
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MADE IN ITALY: UN PICCOLO PASSO PER LA TUTELA, MA LA STRADA È ANCORA LUNGAIl Cdm recepisce le sollecitazioni arrivate da più parti 15 settembre 2015 – Il Giornale d’Italia
Anche gli italiani si sono schierati a fianco degli agricoltori, per sostenere la battaglia della reintroduzione dellobbligo di indicare nelletichetta dei prodotti alimentari lo stabilimento di produzione. Uniniziativa condivisa dall87% della popolazione della penisola che lo aveva chiesto con una consultazione pubblica.
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ETICHETTE ALIMENTARI, TORNA INDICAZIONE OBBLIGATORIA STABILIMENTO15 settembre 2015 – Gazzetta di Mantova
Lultimo consiglio dei ministri ha approvato uno schema di disegno di legge che chiede la modifica del regolamento europeo. Plauso di Coldiretti e Cooperative agroalimentari
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ETICHETTATURA, AZIENDE UE CONTRO INDICAZIONE PROVENIENZA15 settembre 2015 – Il Test
Una scelta protezionistica. Così la Food Drink Europe, Confederazione delle Industrie Alimentari in Europa, con sede a Bruxelles, ha bollato lo schema di disegno di legge di delegazione europea approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri con il quale il governo potrà adeguare la normativa nazionale alle disposizioni del regolamento n. 1169/2011 in materia di etichettatura dei prodotti alimentari.
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ITALYS LABELLING BILL SLAMMED AS BACKDOOR PROTECTIONISM15 settembre 2015 – Food Navigator
An Italian bill will require companies to say where a product was produced and packaged, meaning greater transparency for consumers, says government – but industry has slammed it as backdoor protectionism that violates EU law.
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ETICHETTATURA, L’ITALIA VERSO LA REINTRODUZIONE DELL’OBBLIGO DI INDICAZIONE DELLO STABILIMENTO produttivo11 settembre 2015 – Alimentando
Verso la reintroduzione dell’indicazione dello stabilimento di produzion e in etichetta, in Italia. Il Consiglio dei ministri, infatti, ha approvato ieri lo schema di disegno di legge che, allart.4, contiene la delega per la reintroduzione nel nostro ordinamento dellindicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione o confezionamento per i prodotti alimentari. Lobbligo riguarderà gli alimenti prodotti in Italia e destinati al mercato italiano. A breve, informa il Mipaaf, partirà la notifica della norma alle autorità europee per la preventiva autorizzazione.
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SEDE DELLO STABILIMENTO IN ETICHETTA, UN PASSETTO AVANTI DEL GOVERNO. MA LA SOLUZIONE È ANCORA LONTANA E NON CERTA11 settembre 2015 – Il Fatto Alimentare
La battaglia portata avanti da Great Italian Food Trade insieme al Il Fatto Alimentare per ristabilire lobbligo di citare in etichetta la sede dello stabilimento di produzione dei prodotti alimentari (leggi petizione), registra il primo segno positivo al Consiglio dei Ministri. Prima di rallegrarci però, attendiamo di vedere i fatti.
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STABILIMENTO IN ETICHETTA, TORNA L’OBBLIGO PER I PRODOTTI ALIMENTARI ITALIANI 10 settembre 2015 – Repubblica
Ok del Cdm all’avvio dell’iter normativo per il ripristino dell’indicazione obbligatoria in Italia, in base a una ‘deroga’ prevista dall’articolo 38 del regolamento europeo sull’etichettatura degli alimenti
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TORNERÀ L’OBBLIGO DI INDICARE LO STABILIMENTO? 10 settembre 2015 – TerraOggi
UNA CROCIATA PER L’ETICHETTA DEL LUOGO DI PROVENIENZA “VA DIFESO IL MARCHIO ITALIA” 29 giugno 2015 – Repubblica
Entra nel vivo la battaglia per ripristinare la norma che impone la trasparenza sui prodotti alimentari. Ma non sarà facile, anche perchè l’Europa continua a frenare
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LA SOSTENIBILITÀ PUÒ METTERE IN RETE IL RETAIL 20 giugno 2015 – Green Retail Expo
CONAD SI ATTIVA CONTRO LE ETICHETTE SENZA STABILIMENTO PRODUTTIVO 19 giugno 2015 – Mark-up
Nel corso di Green Retail Forum & Expo 2015 lAd Francesco Pugliese ribadisce la contrarietà della catena al nuovo regolamento di etichettatura Ue e rende nota la predisposizione di un articolato di legge al riguardo.
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ISTIGAZIONE ALLA DELOCALIZZAZIONE 28 maggio 2015 – Senzafiltro Notizie dentro il lavoro
Nel mercato la vera democrazia è l’equilibrio tra produzione e consumo purché tutto si realizzi sullo stesso territorio
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LA POLITICA ITALIANA NON REMA VERSO IL MADE IN ITALY 13 maggio 2015 – Senzafiltro Notizie dentro il lavoro
Sempre più numerosi i nostri produttori che fingono di tutelare la trasparenza sulle informazioni dei prodotti
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INDICAZIONE GEOGRAFICA 11 maggio 2015 – Report – RAI3
A dicembre è entrato in vigore un regolamento europeo che non prevede lobbligo di indicare in etichetta lo stabilimento di produzione, questo ovviamente è un vantaggio per chi produce il Made in Italy, ma in Romania.
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L’EUROPA ANCORA CONTRO L’ORIGINE 22 aprile 2015 – Italia Oggi
Bruxelles all’Italia: cancellate le leggi sull’etichettatura
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STABILIMENTO DI PRODUZIONE IN ETICHETTA: SU TWITTER, LA GDO ALZA L’ASTICELLA 19 aprile 2015 – inStore
…all’orizzonte le cose stanno prendendo unaltra piega con una possibile decisione della distribuzione di boicottare i prodotti di marca che non inseriscono tal dicitura.
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ETICHETTA TRASPARENTE: NECESSARIA PER 9 ITALIANI SU 10 04 aprile 2015 – Il Sole 24 Ore
Nove italiani su dieci vogliono conoscere lorigine delle materie prime dei prodotti agroalimentari e chiedono etichette chiare e trasparenti. Non stupisce, anzi era abbastanza prevedibile. Ma ora è certificato dal ministero delle Politiche agricole.
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ETICHETTE ALIMENTARI, SONDAGGIO MIPAAF: 9 ITALIANI SU 10 VOGLIONO ORIGINE CHIARA DI TUTTI I CIBI 03 aprile 2015 – Repubblica
Oltre 26mila i partecipanti alla consultazione pubblica del ministero delle Politiche Agricole. Univoca la richiesta di maggiore trasparenza. Il ministro Martina: “Presenteremo a Bruxelles questi risultati per rendere le norme nazionali sulletichettatura ancora più efficaci”
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FINALMENTE ARRIVA L’ETICHETTA DI ORIGINE PER LA CARNE DI MAIALE, DI AGNELLO E DI POLLO. TUTTE LE
SCRITTE DA CONOSCERE PER ACQUISTARE IL MADE IN ITALY 100% 02 aprile 2015 – Il Fatto Alimentare
Oggi 1 aprile 2015 entra in vigore il regolamento UE 1337/2013 che estende una etichetta di origine per la carne di maiale, di agnello e di pollo l’indicazione dellorigine oltre che il nome dello stato dove è stato allevato e macellato lanimale.
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DA DOVE VIENE IL CIBO CHE MANGIAMO 01 aprile 2015 – Today
L’Europa non piace a molti. E non mi riferisco alle polemiche anti-euro, bensì a situazioni ben più concrete: a chi rappresenta i consumatori come me, ad esempio, l’Europa non piace ogniqualvolta (e i casi si moltiplicano mese dopo mese) l’adesione alla norme scritte a Bruxelles implica al nostro Paese un salto allindietro nella tutela riconosciuta ai consumatori.
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AZIENDE, PICCOLE E GRANDI, E CITTADINI UNITI IN UN OBIETTIVO COMUNE: TUTELARE IL “MADE IN ITALY” 11 marzo 2015 – L’Antidiplomatico
I cittadini italiani vogliono sapere chi fa il cibo che mangiano e chiedono che l’azienda produttrice sia indicata sull’etichetta degli alimenti, al contrario di quello che prevede la nuova normativa europea (n. 1169/11).
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STABILIMENTO IN ETICHETTA, LIDL TORNA SUI SUOI PASSI. MA IN UE REGNA IL CAOS 11 marzo 2015 – Certi Consumi – Repubblica.it Blog
Dopo larticolo di Repubblica.it, il colosso tedesco della grande distribuzione decide di ripristinare lindicazione della fabbrica di produzione dei prodotti italiani di cui è committente. Anche Unilever si impegna a mantenere questa informazione per i gelati Algida fatti a Caivano. Ma in Commissione europea non hanno le idee chiare
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ETICHETTE ALIMENTARI: LA SEDE DELLO STABILIMENTO NECESSARIA PER IL MADE IN ITALY. IL COMMISSARIO UE AMMETTE CHE I CONSUMATORI SENZA LINDICAZIONE POSSONO ESSERE INGANNATI 07 marzo 2015 – Il Fatto Alimentare
La protezione del Made in Italy attraverso il ripristino obbligatorio sulle etichette alimentari della sede dello stabilimento di produzione raccoglie il sostegno ma anche reazioni avverse a Bruxelles.
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STABILIMENTO IN ETICHETTA, GUIDI APRE A MARTINA 21 febbraio 2015 – Certi Consumi – Repubblica.it Blog
12 giorni. Sono il tempo che il ministro dello Sviluppo Federia Guidi si è presa per rispondere alla lettera in cui Maurizio Martina, responsabile delle Politiche Agricole, le chiedeva di trovare una strategia comune per il mantenimento dellindicazione obbligatoria dello stabilimento di produzione sulle etichette dei cibi. E la risposta è incoraggiante: Guidi apre a Martina e offre la sua disponibilità a trovare una soluzione comune.
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LA CENSURA COLPISCE LE ETICHETTE DEI PRODOTTI ITALIANI 19 febbraio 2015 – Io Leggo l’Etichetta
Incredibile, è bastato poco tempo e già compaiono sul mercato le prime etichette di prodotti italiani censurate, diventate mute, che non ci consentono più di capire DOVE esattamente e CHI fabbrica il prodotto. La censura legalizzata è entrata in vigore il 13 Dicembre 2014 con il Reg. Europeo 1169/2011 in tema di etichettatura: il regolamento ha eliminato lobbligo di indicare lo stabilimento di produzione sulletichetta.
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IN ETICHETTA LO STABILIMENTO DI PRODUZIONE 16 febbraio 2015 – Mixable
La sintesi delle posizioni emerse post incontro del 12 Febbrario presso il MISE cui sono intervenuti Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Ministero della Salute e associazioni di categoria quali Federalimentare, Federdistribuzione, Confapi, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri.
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STABILIMENTO DI PRODUZIONE IN ETICHETTA- PERCHÉ CONVIENE ANCHE ALLA GDO? 16 febbraio 2015 – Sicurezza Alimentare e Produttiva
Non vigendo più lobbligo di indicare la sede dello stabilimento, molti marchi italian sounding – potrebbero agevolmente voler produrre in paesi meno costosi e anche con minor tutela dei diritti del lavoro, o semplicemente, della qualità alimentare
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ETICHETTE ALIMENTARI, IL GOVERNO RINVIA LOBBLIGO 13 febbraio 2015 – Linkiesta
Dopo lincontro al Mise ci sarà una verifica con lUe. I consumatori: si doveva intervenire subito
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ETICHETTA, OK DAL GOVERNO PER UNA SOLUZIONE NAZIONALE MA CON LASSENSO UE 12 febbraio 2015 – Il Sole 24 Ore – Aziende in campo
Il tavolo tecnico convocato ieri sera al ministero dello Sviluppo economico si è concluso con una sostanziale concordanza di vedute (ma non con gli industriali): i ministeri si incaricano di verificare la migliore soluzione giuridica, una legge nazionale o un provvedimento europeo, per arrivare allobbligatorietà del sito di produzione.
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ETICHETTE: TRE MINISTERI CHIEDONO (IN RITARDO) ALLUE DI MANTENERE LINDICAZIONE SULLETICHETTA DELLO STABILIMENTO PRODUZIONE. LA POSIZIONE DI FEDERALIMENTARE 12 febbraio 2015 – Il Fatto Alimentare
Ieri il Ministero dello sviluppo economico insieme ai rappresentanti del Ministero delle politiche agricole e del Ministero della salute, con le associazioni del commercio, hanno deciso di verificare presso lUnione europea un percorso in grado di assicurare lobbligatorietà dellindicazione dello stabilimento di produzione sulle etichette dei prodotti alimentari anche a livello nazionale. Si tratta di un primo timido passo delle istituzioni che cercano di recuperare una situazione critica, che le organizzazioni dei consumatori hanno evidenziato e che anche la nostra petizione ha contribuito a evidenziare.
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FIRMA LA PETIZIONE PER TUTELARE I CONSUMATORI E LA TRASPARENZA: NESSUNO TOCCHI LINDICAZIONE DELLO STABILIMENTO DI PRODUZIONE SULLETICHETTA 12 febbraio 2015 – Io Leggo l’Etichetta
ETICHETTA, AL VIA PERCORSO IN UE PER SALVARE SEDE STABILIMENTO 11 febbraio 2015 – Certi Consumi – Repubblica.it Blog
Attivare immediatamente a Bruxelles tutte le verifiche necessarie per ripristinare l’obbligo di indicazione nelle etichette alimentari della sede dello stabilimento di produzione. È l’esito incoraggiante del vertice convocato questo pomeriggio e terminato in serata dal ministero dello Sviluppo Economico.
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STABILIMENTO IN ETICHETTA, CONVOCATO VERTICE AL MISE 10 febbraio 2015 – Certi Consumi – Repubblica.it Blog
La battaglia trasversale per mantenere l’indicazione della sede dello stabilimento in etichetta domani potrebbe segnare un passo in avanti. Mercoledì 11 febbraio, infatti, al ministero dello Sviluppo economico è previsto un vertice (a porte chiuse) sul tema delle etichette alimentari dopo le polemiche dei giorni scorsi.
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STABILIMENTO DI PRODUZIONE IN ETICHETTA: DOMANI RIUNIONE AL MINISTERO PER DISCUTERE. DECISIVA LA PRESSIONE DELLOPINIONE DELLE ORGANIZZAZIONI DEI CONSUMATORI E DEI SITI INTERNET 10 febbraio 2015 – Il Fatto Alimentare
Il Ministero dello Sviluppo economico ha convocato per domani 11 febbraio 2015 una riunione per discutere sullindicazione dello stabilimento di produzione da riportare sulle etichette dei prodotti alimentari. Federica Guidi ha invitato i tecnici degli altri ministeri interessati (Politiche agricole, Salute, Politiche europee) ed i rappresentanti di Federalimentare, Federdistribuzione, Confapi, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri per cercare una soluzione condivisa che tuteli i consumatori e le aziende alimentari, nel rispetto delle norme europee.
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STABILIMENTO IN ETICHETTA, QUALCOSA SI MUOVE09 febbraio 2015 – Certi Consumi – Repubblica.it Blog
Prima di Natale il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina l’aveva promesso: avrebbe chiesto ai colleghi dello Sviluppo Economico di ripristinare l’obbligo di indicazione dello stabilimento di produzione nelle etichette alimentari. Obbligo cancellato, come sappiamo, dall’entrata in vigore del nuovo regolamento comunitario sulle etichette, il 13 dicembre scorso.
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SEDE DELLO STABILIMENTO DI PRODUZIONE IN ETICHETTA: SÌ O NO? IL DIBATTITO NON SI ARRESTA E RUOTA INTORNO ALLE NORME NAZIONALI IN CONTRASTO CON QUELLE COMUNITARIE 09 febbraio 2015 – Il Fatto Alimentare
Il dibattito sulla necessità di mantenere la sede dello stabilimento di produzione sulle etichette degli alimenti è ancora aperto. Di seguito pubblichiamo un intervento di un nostro lettore, Luigi Tozzi, e la risposta di Dario Dongo, avvocato esperto di diritto alimentare.
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CIBO ITALIANO, LA GUERRA (PERSA) DELL’ETICHETTA 08 febbraio 2015 – Il Fatto Quotidiano
Mentre a Milano si celebra il Made in Italy con i primi eventi ufficiali dellExpo, dalle etichette alimentari italiane scompare lobbligo, vigente dal 1992, di indicare lo stabilimento di produzione del cibo, spiega come rimuovere lobbligo di indicare lo stabilimento di produzione permetta di delocalizzare la lavorazione, di spostare allestero fabbriche ed operai e intanto di continuare a godere dello status di marchio italiano.
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STABILIMENTO IN ETICHETTA, LA PRUDENZA DEL MISE
07 febbraio 2015 – Certi Consumi – Repubblica.it Blog
La battaglia per mantenere lo stabilimento in etichetta diventa trasversale. Ottenuto il sostegno del ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, adessso l’obiettivo è fare pressione su Federica Guidi, la titolare dello Sviluppo Economico.
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ETICHETTA SENZA STABILIMENTO. QUALI RISCHI?
04 febbraio 2015 – Mark-Up
Il Regolamento Ue 1169/2011 migliora la trasparenza ma cade sul luogo di produzione. Per alcuni un vantaggio
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MADE IN ITALY: BROGNA (IOLEGGOLETICHETTA), 60 MLD RUBATI ALLITALIA, OBBLIGATORIO INDICARE STABILIMENTO PRODUZIONE
04 febbraio 2015 – Agenparl
Chi non ha interesse a farci sapere CHI FA e DOVE si fanno i prodotti che mangiamo? E banale ma evidentemente non scontato: se ancora non è previsto lobbligo di indicare sulletichetta CHI FA e DOVE si fanno i prodotti che consumiamo, un motivo criminale (di chi ha interessi che non collimano con quello dei consumatori) ci sarà. Indicare lo stabilimento di produzione sulletichetta è fondamentale per tutelare il Made in Italy.
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SUPERMERCATI UNES: SÌ ALLO STABILIMENTO DI PRODUZIONE IN ETICHETTA. SE NON SI MODIFICA LA NORMA SI AIUTA CHI VUOLE DELOCALIZZARE LA PRODUZIONE IN PAESI A PIÙ BASSO COSTO
04 febbraio 2015 – Il Fatto Alimentare
Un intervento di Mario Gasbarrino amministratore delegato della catena di supermercati Unes, sulla questione dellindicazione dello stabilimento di produzione.
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SEDE DELLO STABILIMENTO SULLETICHETTA: I SUPERMERCATI DICONO SÌ. INTERROGAZIONE ALLUE. DICITURA NECESSARIA PER TUTTI I PRODOTTI ITALIANI CONFEZIONATI ALLESTERO
02 febbraio 2015 – Il Fatto Alimentare
Il Fatto Alimentare, Great Italian Food Trade e Io leggo letichetta da mesi chiedono al Ministero dello sviluppo economico di mantenere sui prodotti italiani lindicazione della sede dello stabilimento di produzione sulletichetta. La ministra Federica Guidi che dovrebbe inoltrare la richiesta allUE, ha finora trascurato questa ipotesi, anche se le più importanti catene di supermercati, diverse aziende italiane, il Movimento 5 Stelle e lo stesso Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina (*) hanno manifestato più volte e in modo anche vivace i vantaggi economici che ne deriverebbero.
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“NESSUNO TOCCHI L’ETICHETTA TORNI L’OBBLIGO DI INDICARE LO STABILIMENTO DI PRODUZIONE”
26 gennaio 2015 – Repubblica
Non più dovuto scrivere il sito di fabbricazione dal 13 Dicembre scorso dopo che il nostro paese ha recepito un regolamento comunitario. Mobilitazione per chiedere la retromarcia.
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SENZA LA SEDE DELLO STABILIMENTO IN ETICHETTA LE PRODUZIONI ITALIANE VENGONO TRASFERITE PIÙ FACILMENTE ALLESTERO E SI CHIUDONO AZIENDE. ECCO I NOMI
26 gennaio 2015 – Il Fatto Alimentare
Lindicazione in etichetta della sede dello stabilimento uninformazione obbligatoria per i prodotti alimentari italiani dal febbraio 1992 al dicembre 2014 deve ritornare perché svolge diverse funzioni. Ci siamo già soffermati sul ruolo di questa dicitura nella gestione delle crisi inerenti la sicurezza alimentare e abbiamo accennato a come le scelte dacquisto da parte dei consumatori basate su questo elemento possono favorire la produzione agro-alimentare e loccupazione in Italia. Consideriamo ora il concreto rischio di delocalizzazioni che può derivare dallomissione della sede produttiva.
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SEDE DELLO STABILIMENTO SULL’ETICHETTA: PING-PONG TRA MINISTRI E NESSUNA SOLUZIONE. I CONSUMATORI NON SONO PRESI IN CONSIDERAZIONE
23 gennaio 2015 – Il Fatto Alimentare
Il Fatto Alimentare segue da tempo l’incresciosa vicenda della sede dello stabilimento, notizia obbligatoria per oltre vent’anni sulle etichette degli alimenti italiani venduti in Italia di cui il governo Renzi ha tuttavia fatto perdere traccia, omettendo la doverosa notifica della norma nazionale a Bruxelles prima dell’applicazione del regolamento UE 1169/2011. La storia continua, tra tante chiacchiere e pochi fatti.
SEDE DELLO STABILIMENTO SULLETICHETTA: PING-PONG TRA MINISTRI E NESSUNA SOLUZIONE. I CONSUMATORI NON SONO PRESI IN CONSIDERAZIONE
23 gennaio 2015 – Il Fatto Alimentare
Il Fatto Alimentare segue da tempo lincresciosa vicenda della sede dello stabilimento, notizia obbligatoria per oltre ventanni sulle etichette degli alimenti italiani venduti in Italia di cui il governo Renzi ha tuttavia fatto perdere traccia, omettendo la doverosa notifica della norma nazionale a Bruxelles prima dellapplicazione del regolamento UE 1169/2011. La storia continua, tra tante chiacchiere e pochi fatti.
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DURO COLPO UE AL MADE IN ITALY: ABOLITO L’OBBLIGO DI INDICARE LO STABILIMENTO SULLE ETICHETTE. ILGOVERNO? DORMIVA, AS USUAL
20 gennaio 2015 – Italia Oggi
Il regolamento europeo numero 1169/2011, entrato in vigore l’11 dicembre scorso, non prevede più l’obbligo di indicare lo stabilimento della produzione, con tanto di nazionalità e indirizzo, obbligo introdotto in Italia 23 anni fa (legge 109 del 1992), proprio a tutela del Made in Italy.
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LA BEFFA DELLE ETICHETTE, IL GOVERNO METTERÀ UNA PEZZA
17 gennaio 2015 – Linkiesta
Martina annuncia una norma per mettere fine al regalo fatto dallUe alle multinazionali del food
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ATTENZIONE ALLE ETICHETTE GARANZIA PER I CONSUMATORI
15 gennaio 2015 – Repubblica
La nuova legislazione europea rende “non obbligatorio” per i prodotti a marchio della Gdo indicare il luogo di produzione e il nome dell’azienda produttrice. Ma Conad ha deciso di mantenere una linea più rispettosa dell’utente finale
MADE IN? INTERESSA A QUALCUNO?
12 gennaio 2015 – GDO Week
Era una legge solo italiana, che avrebbe dovuto diventare europea e invece è successo il contrario. Le aziende che tengono duro, che continuano a produrre in Italia, malgrado costi più alti e maggiore burocrazia vedono larma del made in Italy spuntata, chi vuole investire nellazienda Italia comprando italiano, non avrà più sicurezze. E, ancora una volta, il settore ne esce mortificato.
MARTINA AVVIA LITER PER LINDICAZIONE DELLO STABILIMENTO IN ETICHETTA
11 gennaio 2015 – Il Sole 24 Ore – Aziende in campo
Dopo il tweet del 21 dicembre arriva anche latto formale. Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha chiesto, per iscritto, al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi di adoperarsi per
SITO DI PRODUZIONE IN ETICHETTA: IL MINISTRO MARTINA PER IL RIPRISTINO
10 gennaio 2015 – Mark-Up
Il titolare del Mipaaf auspica in una lettera al ministro competente, Federica Guidi, di confermare in etichetta lindicazione del luogo di produzione. Mentre il premier Renzi difende gli ultimi provvedimenti fiscali in nome della semplificazione
INDICAZIONE STABILIMENTO DI ORIGINE IN ETICHETTA: MINISTERO POLITICHE AGRICOLE CHIEDE A MINISTERO
SVILUPPO ECONOMICO IL RIPRISTINO DELLOBBLIGO PER I PRODOTTI ITALIANI
25 dicembre 2014 – Il Fatto Alimentare
Fondamentale è dare la possibilità ai consumatori di scegliere. Tutti devono avere il diritto di privilegiare i prodotti confezionati in Italia per favorire il mantenimento di posti di lavoro a livello locale e contribuire alla lotta contro le delocalizzazioni.
IL GOVERNO ITALIANO CHIEDE ALLA UE IL RIPRISTINO IN ETICHETTA DEL SITO DI PRODUZIONE
21 dicembre 2014 – Il Sole 24 Ore – Aziende in campo
Colpo di scena nella vicenda sulle etichette trasparenti europee. In un tweet di questa sera, il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina annuncia: Abbiamo chiesto al Mise di ripristinare obbligo indicazione stabilimento con modifica decreto da notificare in Ue il 21 dicembre
ETICHETTE MUTE? AZIENDE E RETE SI RIBELLANO
19 dicembre 2014 – Wired
Con lentrata in vigore del nuovo regolamento Ue, le etichette si fanno per certi aspetti più chiare, ma tralasciano dati fondamentali. Ecco le aziende, i siti e i blogger che mi aiutano a ribellarmi.
CRESCE LA PROTESTA PER IL REGOLAMENTO UE SULLE ETICHETTE: LA CAMPAGNA DI UNES
18 dicembre 2014 – Mark-Up
Unintera pagina pubblicitari apparsa su Il Sole 24 Ore sensibilizza il consumatore
LEGGE UE SULLETICHETTATURA: È LEVATA DI SCUDI SULLARTICOLO DEL SITO PRODUTTIVO
16 dicembre 2014 – Mark-Up
Con lentrata in vigore del regolamento Ue 1169/2011 non sarà più obbligatorio scrivere in etichetta il luogo di produzione. Un attacco al made in Italy?
I CONSUMATORI DI CARNE SONO AFFAMATI DI INFORMAZIONI SULLE ETICHETTE
16 dicembre 2014 – Mark-Up
In questi giorni caldi, in cui il tema caldo è lai legge europea sulletichettatura dei prodotti alimentari, unindagine SGMarketing ed Eurocarne evidenzia le richieste dei consumatori riguardo alle etichette per la carne.
ETICHETTA SUGLI ALIMENTI: COSA CAMBIA?
16 dicembre 2014 – L’Indro
Parla Dario Dongo, avvocato esperto di food law